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La tutela dei consumatori e la gestione degli affitti on-line

Avv. Gabriella Panaro

La tutela dei consumatori e la gestione degli affitti on-line

Preambolo

Airbnb è un portale online, operativo dall’ottobre 2007, che mette in contatto persone in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, generalmente privati.

La norma

Direttiva sui diritti dei consumatori del 25 ottobre 2011(che riguarda la tutela del consumatore nel caso di contratti negoziati fuori dai locali commerciali ovvero contratti a distanza) che stabilisce che il prezzo di beni o servizi offerti deve comprendere anche il costo di eventuali tasse e costi aggiuntivi.

La quesione

Gli annunci pubblicati su Airbnb includono sistemazioni quali stanze private, interi appartamenti, castelli e ville, ma anche barche, baite, case sugli alberi, igloo, isole private e qualsiasi altro tipo di alloggio. Nel giugno 2012, contava alloggi in oltre 26.000 città in 192 paesi e ha raggiunto 10 milioni di notti prenotate in tutto il mondo. Nel corso del tempo, tuttavia, le offerte e le condizioni proposte dal sito non sono più apparse in linea con la normativa a tutela dei consumatori. La Commissione Europea, infatti, ha rilevato, nelle condizioni proposte dall’Airbnb, notevoli irregolarità: prezzi poco trasparenti, pratiche commerciali sleali, condizioni di utilizzo non conformi al diritto europeo. Dunque, la società in questione è stata chiamata a presentare alla Commissione e alle Autorità per la tutela de consumatori dell’Ue delle proposte di adeguamento e nel caso queste non siano ritenute sufficienti, potrebbe essere avviata “un’azione coercitiva“, volta ad ottenere una immediata tutela della figura dei consumatori. Secondo la Commissione Europea, Airbnb, infatti, difetterebbe proprio di quella chiarezza indispensabile a tutelare gli interessi di quello che, in passato, veniva denominato “contraente debole”, vale a dire non presenterebbe in maniera chiara ed esaustiva le informazioni sui prezzi nel proprio sito, dopo una prima ricerca iniziale. Nel caso in cui questi ultimi non possano essere calcolati in anticipo, il consumatore deve essere messo al corrente del possibile sovrapprezzo.

Il “caso Airbnb” è soltanto una delle migliaia di ipotesi di contratti a distanza che si possono concretizzare tra due parti.

In evidenza

E’ necessario che una società che gestisce affitti online deve specificare quando l’offerta è fatta da un privato o da un professionista, perché potrebbero cambiare alcune norme relative alla protezione dei consumatori.

E’ importante in qualsiasi caso esaminare con la dovuta attenzione le clausole contenute nel documento, sia per valutarne la completezza e la chiarezza, sia per segnalare eventuali evidenti irregolarità.

In qualsiasi ipotesi incerta, essere affiancati da un professionista esperto in materia può essere risolutivo e necessario.

Soprattutto al fine di evitare antipatiche e costose “sorprese”.


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