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I soldi non contano più?

Dr. Luca Loiacono

I soldi non contano più?

I soldi non contano più? Ebbene si, perché ce ne sono troppi. L’Italia è il paese più “liquido” al mondo: 1.800 miliardi di Euro sui conti correnti, buttati lì, senza avere alcuna destinazione, senza programmazione, senza educazione finanziaria, insomma senza alcun senso.

Una enorme liquidità, sudata, risparmiata ed accantonata faticosamente da un popolo di grandi lavoratori, disposti ad immensi sacrifici, ma privi di ogni “rotta” finanziaria e di una adeguata consapevolezza. Una massa di denaro così grande da essere tenuta lì infruttifera sui conti correnti, che danneggia gravemente il sistema, senza tornare “in circolo” ed essere reinvestita nell’economia reale, stimolo – principe per la ripresa del ciclo macroeconomico.

Di tutto questo i risparmiatori sembrano non essersene accorti, ma certamente se ne sono accorte le banche: detenere tutta questa liquidità, con i tassi interbancari in territorio negativo (cfr. Euribor) è un costo che nessuno può più permettersi.

Questo è addirittura dannoso perché se fino a qualche tempo fa la “raccolta a vista” (su conti correnti e libretti) e la “raccolta a tempo” (sui conti deposito) poteva essere remunerata con un tasso attivo, oggi questo non è più possibile e i tassi attivi sono a zero; anzi, a breve a tassi interbancari negativi corrisponderanno anche tassi negativi per i risparmiatori sui libretti, sui conti correnti ordinari e sui conti di deposito poiché il sistema non può più permettersi delle perdite in conto economico sul c.d. “margine di intermediazione”.

E scatta l’allarme, anzi è già scattato: alcuni rilevanti istituti di credito di importanza nazionale hanno già inviato delle raccomandate ai loro risparmiatori comunicando modifiche unilaterali di passaggio a tassi negativi. In sostanza, oltre a pagare il canone di tenuta conto, pagheremo anche degli interessi passivi sui nostri stessi soldi, come se li avessimo presi in prestito.

Nel caso in cui il cliente non accetti, gli verrà chiuso unilateralmente il conto corrente e dovrà accasarsi altrove.

Da tecnico e virtuoso della materia, consentitemi di non gridare allo scandalo per una situazione di questo genere, che peraltro avevo predetto in tempi non sospetti: il sistema della liquidità non sta più in piedi e questo non è colpa né dei risparmiatori, né tantomeno delle banche, ma è semplicemente un ragionamento organizzativo e di conto economico, tipico di tutte le attività imprenditoriali.

Facciamo un esempio semplice. In un supermercato entrano due clienti: il primo ha in tasca 30 euro, gira all’interno del punto vendita, e compra merce per 20 euro; il secondo ha in tasca 10.000 euro, gira all’interno del supermercato, ma esce senza comprare nulla. Secondo voi, qual è il cliente più importante?

Entrare in banca, depositando tutto il denaro sul conto corrente, senza avvalersi della consulenza in materia di investimenti e finanziamenti, non genera più alcun valore né per il risparmiatore, né per la banca. Inoltre, trattandosi di un ragionamento sistemico, a nulla varrà il peregrinare da un istituto all’altro, alla ricerca di una soluzione “negazionista”.

È necessario, una volta per tutte, cogliere l’opportunità per una epocale svolta culturale ed educativa.

Non importa più quanti soldi avete, ma solo quanto siete disposti ad abbracciare il cambiamento. E sarà inevitabile, nell’interesse di tutti.

Dr. Luca Loiacono


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