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Il disinteresse per un figlio, può essere motivo di esclusione dall’affidamento condiviso?

Avv. Dario De Serio

Il disinteresse per un figlio, può essere motivo di esclusione dall’affidamento condiviso?

Preambolo

Bisogna ricordare che, con la legge n.54 del 8-2-2006, nei giudizi di separazione tra coniugi, è stata introdotta la regola dell’affidamento dei figli ad entrambi i genitori (affidamento condiviso, appunto), modificando sostanzialmente il precedente principio di affidamento ad uno solo di essi.

La questione

Capita di sentire che alcuni genitori separati che abbiano l’affidamento congiunto dei figli minori non con loro collocati, si “dimentichino” di fare fronte alle esigenze, sia materiali e soprattutto morali, degli stessi, magari per sufficienza o noncuranza.
Ebbene, questo comportamento, può costare proprio l’affidamento!
Infatti, nel caso in questione, la madre, con ricorso presentato innanzi il Tribunale di Roma, aveva chiesto che il padre del minore, nato al di fuori del matrimonio, venisse affidato congiuntamente ad entrambi e, in caso di dimostrato disinteresse da parte del padre (circostanza già rilevata nel corso della gravidanza!), che fosse affidato esclusivamente alla stessa, mantenendo comunque un minimo obbligo agli incontri e, naturalmente, anche al mantenimento economico.
Comunque, dall’istruttoria emergeva che il comportamento tenuto dal padre nei confronti del minore fosse di assoluta indifferenza nei confronti dello stesso tanto da pregiudicare l’interesse del minore.
Pertanto, il Tribunale di Roma, con decreto del 17 marzo 2017, disponeva l’affidamento esclusivo del minore in favore della madre affidataria e, naturalmente, fissava il numero dei giorni e le modalità d’incontro del figlio con il padre, nonché l’importo del contributo di mantenimento.


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