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Il reshoring delle imprese manifatturiere favorito dalle Zone Economiche Speciali

Avv. Danilo Piscopo

Il reshoring delle imprese manifatturiere favorito dalle Zone Economiche Speciali

Fino ai primi mesi del 2020 le imprese europee non avevano vissuto momenti di crisi legati alla propria supply chain, e per questa ragione abbiamo assistito ad un costante fenomeno di delocalizzazione delle produzioni al di fuori del territorio dell’Unione, con una netta prevalenza verso i Paesi asiatici. A partire da febbraio 2020 lo shock pandemico prima, il blocco del canale di Suez poi e, da ultimo, l’invasione dell’Ucraina, hanno messo a nudo i rischi connessi alla gestione delle lunghe catene di approvvigionamento, tanto da metterle in discussione allorquando la loro stabilità e affidabilità è stata compromessa e, soprattutto, sono emersi in tutta la loro evidenza quei fattori di rischio a cui precedentemente non era stata prestata la dovuta attenzione: la difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, l’incertezza dei tempi di consegna della componentistica, la dilatazione dei tempi di transito delle merci e l’aumento dei costi di trasporto per citarne alcuni.

Oggi, a tre anni dal primo lockdown, molti di questi fattori critici permangono, ed anzi, al blocchi improvvisi dei porti cinesi sempre dovuti all’emergenza covid, si sono aggiunti quelli ulteriori legati all’insicurezza geopolitica che, ad esempio, hanno travolto la possibilità di guardare al trasporto su ferro quale valida alternativa rispetto alle vie marittime sulla rotta da e verso l’Asia, sottoponendo così il nostro sistema produttivo ad un ulteriore shock.

I ritardi prodottisi hanno aggravato il fenomeno della congestione dei porti che si è andata ad aggiungere alle criticità che continuano a gravare sul sistema manifatturiero.

A fronte di tali fattori di rischio, le imprese hanno risposto aumentando le scorte nei propri magazzini e ripensando alla loro supply chain in ottica regionale mediterranea. Rispetto a queste problematiche non possiamo non rivolgere lo sguardo alle nostre ZES e, nel loro ambito, alle Zone Franche Doganali che permetteranno di conseguire ulteriori vantaggi per quelle produzioni destinate alla lavorazione delle materie prime provenienti da Paesi extra UE e destinate alla riesportazione dei prodotti finiti al di fuori del territorio dell’UE.

La piena operatività delle Zes e il susseguirsi delle autorizzazioni uniche concesse dai Commissari straordinari, permettono di guardare con rinnovata fiducia alla possibilità di ritorno in Italia delle produzioni già delocalizzate all’estero e che, attraverso l’insediamento nelle aree ZES potranno essere connotate dall’autentico Made in Italy, beneficiando così di quei vantaggi connessi alla stabilità politica e derivanti dall’accorciamento della catena logistica anche attraverso la creazione di una più stretta partnership con le imprese italiane del comparto della logistica che sono leader nell’ambito della regione euro-mediterranea e permettono così di poter guardare con rinnovato ottimismo alla sfida globale cui sono chiamate le produzioni realmente Made in Italy.

I vantaggi derivanti dai nuovi strumenti normativi, finanziari, agevolativi connessi alle ZES ci sono e sono pienamente operativi: ai nostri imprenditori il compito di saperli cogliere.