Separazione: rapporto con il figlio e danno risarcibile.

Troppo spesso accade che i coniugi separati “utilizzino” i figli minori quale veicolo per rendere “difficile” la vita all’ex.

A tal proposito, nella fattispecie in esame, la madre, avendo ostacolato il rapporto tra padre e figlio, era stata condannata dalla Corte d’Appello competente, al pagamento di un risarcimento del danno di natura non patrimoniale liquidato in via equitativa ma senza che la stessa avesse indicato quali fossero stati gli elementi che avesse considerato per giungere a tale decisione e né tantomeno indicato i criteri applicati per il calcolo del quantum, per altro alquanto contenuto.

Atteso che l’ex marito riteneva non congruo l’importo in suo favore liquidato, lo stesso aveva proposto ricorso innanzi la Corte di Cassazione con una interessante sentenza del 2016, ha statuito che la Corte territoriale, pur avendo riconosciuto un danno di natura non patrimoniale liquidato in via equitativa, non aveva provveduto ad individuare con esattezza gli elementi che aveva considerato per giungere a tale decisione ed al conseguente calcolo economico del risarcimento.

Pertanto, la Suprema Corte, ha accolto il ricorso dell’uomo (che, giustamente, riteneva non congrua la cifra riconosciuta) ed ha invitato la Corte d’Appello in questione per una più approfondita (e direi migliorativa, soprattutto economicamente!) analisi e calcolo del risarcimento del danno in favore del padre.