Attenzione a quanto scrivete su WhatsApp!!
Le conversazioni WhatsApp (inclusi anche SMS, messaggi, chat o gruppi di qualunque altro sistema di Instant Messaging tra cui Telegram, Viber, iMessage, Facebook Messenger o Skype) possono avere valore probatorio in un processo civile, anche nel caso in cui vengano contestate dalla parte nei confronti della quale sono state prodotte. La trascrizione delle conversazioni WhatsApp è utilizzabile ai fini probatori ma è condizionata dall’acquisizione del supporto – telematico o figurativo – contenente la menzionata registrazione cui inerisce la trascrizione, al fine di controllarne attendibilità, veridicità e paternità mediante l’esame diretto del supporto. Deve essere, quindi, depositato il dispositivo elettronico originale affinchè i dati possano essere accettati e utilizzati in giudizio. Avvenuto il deposito nelle modalità suindicate, lo smartphone o il supporto informatico potranno dunque essere sottoposti alla perizia di un tecnico nominato dal giudice che dovrà verificare che il testo non abbia subito alterazioni. La parte stessa può farsi parte diligente depositando, unitamente alla trascrizione del testo (o immagine) e del necessario supporto, anche la relazione tecnica di un consulente informatico che garantisca l’assenza di adulterazione, nonchè l’attestazione di autenticità e conformità delle trascrizioni o degli screenshot alle conversazioni originali, presenti sul supporto informatico esibito, da parte di un notaio o di un altro pubblico ufficiale. (CASS. CIV. n. 49016 del 25.10.2017)







